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Lucia Bruzzone, proprietaria dell’azienda delle Cinque Terre Stella di Lemmen, insieme con il suo enologo Kostantino Spinetti, ha presentato i vini aziendali nel corso di un press lunch organizzato dall’agenzia di comunicazione Pr Comunicare il Vino  presso il ristorante Daniel Canzian.

Stella di Lemmen

Nata nel 2015 l’azienda ha vinificato inizialmente le proprie uve negli spazi della Cantina Sociale Cinque Terre in attesa della costruzione di una propria struttura. Da subito si è posta alla ricerca di un’identità propria in un territorio nuovo e pertanto tutto da scoprire. Pur attribuendo grande importanza al lavoro di cantina, ha posto in primo piano il lavoro nel vigneto e nella campagna. Ed è un aspetto da sottolineare in quanto le Cinque Terre sono una zona viticola altamente fragile che richiede un trattamento molto curato perché “le pendenze, le piogge, la non cura del territorio portano tutto questo a mare ed è inevitabile” sostiene Spinetti.

La via era una soltanto, cioè quella di pensare a un’agricoltura responsabile che andasse a creare biodiversità perché la biodiversità è l’unica arma davvero efficace per creare un ecosistema resiliente, resistente e solidale tra specie e specie, quindi creare di anno in anno sempre una biodiversità maggiore.  Da qui la scelta di un’agricoltura biodinamica, molto attenta alle biodiversità. Ciò perché un ecosistema equilibrato, di fronte a eventi meteorologici sempre più imprevedibili o anche a patogeni esterni, si regola da solo.

Si tratta di un’area molto particolare, che si affaccia sul mare, un enorme specchio che riflette la luce che incide sul ciclo vegetativo della pianta e del grappolo stesso. È un’agricoltura “lenta” eseguita manualmente, senza trattori, senza pompe attaccate alla macchina, con vendemmie manuali; le lavorazioni sono a braccia e a zappa, la gestione delle chiome in vigna è a forbicioni, senza macchinari portati dai trattori, quindi tutto è scandito in un modo totalmente diverso rispetto a come generalmente succede. Il trasporto delle uve fino alla cantina avviene tramite una monorotaia e dal vigneto fino ad arrivare alla monorotaia è un succedersi di passaggi delle cassette di braccia in braccia. I tempi lenti della vigna sono anche quelli dei vini che, come precisa Spinettihanno bisogno di essere capiti e di essere ascoltati, quindi diciamo che questo è un fattore determinante per chi si approccia alla nostra visione di agricoltura e ai nostri vini.” Per completare il quadro va aggiunto che si accede all’azienda solo grazie alla monorotaia per il trasporto delle uve che si inerpica tra il bosco e la ripida scogliera.

I vini in degustazione

Le etichette proposte narrano questo percorso a cominciare dalla verticale di quattro annate dell’etichetta Limen per proseguire con gli altri tre vini serviti nel corso del lunch

La verticale di Limen

Limen 2020

È la prima annata del primo vino prodotto, vinificato nella Cantina Cinque Terre, perché quella di proprietà era ancora in fase di costruzione.
È tecnicamente semplice, prodotto con le tre varietà di uva a bacca bianca locali, ossia vermentino (40%) bosco (40%) e albarola (20%).  È un vino di pressa, e il mosto ottenuto ha svolto la fermentazione spontanea in acciaio, senza pertanto impiegare lieviti selezionati, né nutrienti per i lieviti. Matura in acciaio sui lieviti fini per otto mesi, successivamente è imbottigliato senza filtrazioni e chiarifiche. La 2020 ha rappresentato il primo approccio significativo alla vinificazione.
Possiede colore giallo paglierino dorato; al naso sentori fruttati che richiamano la pesca gialla accompagnate da ricordi di ginestra, di erbe aromatiche e iodati. In bocca note di agrumi ed esprime freschezza e mineralità che vira al salato.

Limen 2021

L’annata 2021 è stata da manuale, con uve equilibrate, molto sane, molto belle e nella produzione di questo vino è stata posta particolare attenzione sull’importanza delle bucce in fase macerativa, lasciando mosto e bucce a contatto un’intera notte in pressa.  Il giorno successivo si è innescata la fermentazione alcolica anche in questo caso spontanea e come per l’annata precedente, una sosta sui lieviti fini di otto mesi prima dell’imbottigliamento senza filtrazioni e senza chiarifiche. È un calice balsamico e fruttato, il sorso è teso, materico.

 

Limen 2022

Il vino è stato vinificato nella cantina dell’Azienda, per cui in autonomia “ed eravamo ancora più convinti” spiega Spinettiche questo territorio richiedesse un apporto sempre più importante della buccia, perché se ci pensiamo è l’interfaccia fra quello che accade al di fuori e l’anima della pianta, ossia l’interno dell’acino”.

Nella vinificazione sono state invertite le percentuali tra albarola e bosco, quindi con sono stati impiegati il 40 per cento di vermentino, la stessa percentuale di albarola e il 20 per cento di bosco. Quell’anno si è avuto un sognificativo periodo di siccità e di temperature molto elevate che ha portato alla produzione di vini con concentrazione, calore e alcolicità maggiori. Per trasmettere al vino la luce e il calore che hanno nutrito la pianta, l’azienda ha aumentato i tempi di macerazione, pertanto le uve più fresche, più acide hanno macerato 36 ore,  mentre quelle maggiormente mature cinque giorni.

Le due partite sono state vinificate separatamente per essere assemblate in fase di taglio dopo circa otto mesi di maturazione sulle fecce fini. Il vino ottenuto è stato imbottigliato senza filtrazione, senza chiarifiche, ma effettuando molti travasi. Risente dell’annata calda in concentrazione e maggiore alcolicità.

 

Limen 2023

È un campione da vasca, quindi ha bisogno ancora di un ultimo approccio con l’ossigeno prima di andare in bottiglia. Le percentuali delle uve utilizzate sono le stesse del 2022.

Sono stati però diminuiti leggermente i tempi di macerazione delle uve più mature, passando da cinque a tre giorni. L’annata è stata complessa, e l’uva ha avuto bisogno di tempo per raggiungere la giusta maturazione: “sarà un vino molto più materico, più lento ma che con il tempo saprà esprimersi al meglio” spiega Spinetti. È in divenire, non completamente compiuto, ma si avertono piacevoli sentori di aromatiche, e in bocca evidenzia una buona armonia delle componenti.

Le altre etichette

112358 2022

Il vino è ispirato alla sequenza di Fibonacci. Ottenuto dalle parcelle dove le uve albarola e vermentino raggiungono maturazioni notevoli, la vinificazione prevede 5 mesi di macerazione sulle bucce in anfore di terracotta di Impruneta da 450 litri con forma ad uovo, forma che permette una movimentazione naturale delle bucce e del mosto. Il vino ottenuto matura 9 mesi sulle fecce fini in anfore.
La macerazione incide su colore e complessità e il vino comunica sentori erbacei.

Astro 2022

In questo vino prodotto con uve bosco (60%), albarola (20%), vermentino (20%) si è voluto valorizzare il bosco. E’ stato per questo vinificato separatamente in anfore di terracotta d’Impruneta con macerazione di cinque mesi sulle bucce; il vino ottenuto matura in anfore di terracotta d’Impruneta per otto mesi sulle fecce fini. Albarola e vermentino vengono, a loro volta, vinificate in tini di acciaio e in barrique nuove di rovere francese e il vino matura negli stessi vasi vinari. Nel calice accompagnano la morbidezza note di macchia mediteranea.

Caligo 2022

Prodotto con uve grenache al 90% completate da canaiolo, di piante giovanissime, è il primo rosso della Cantina. L’uva grenache in quell’annata molto calda era segnatamente dolce, morbida, e allora per valorizzare l’espressività del frutto, è stata vinificata in vetro, vale a dire in damigiane di 54 litri, con una macerazione di 5 giorni, mantenendo su circa il 20% della massa il raspo “per dare colonna vertebrale al vino”. Il vino ottenuto matura ancora in damigiane di vetro per un anno, prima di essere imbottigliato. Grazie al vetro, in fase degustativa si coglie pienamente il frutto proprio del vitigno in tutta la sua nitidezza, schiettezza. Frutto scuro, accompagnato da un tannino agile.

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