Prediomagno, una realtà vinicola in Piemonte che non recita solo Ruché
Sospesa tra i profili suggestivi dei borghi di Montemagno e Grana, Prediomagno è sita nel Monferrato, territorio storicamente dedicato alla viticoltura che si è guadagnato, insieme alle Langhe e al Roero di cui abbiamo parlato qui, il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Emanuela Novello e suo marito Giovanni d’Aprile, dopo avere abbandonato il caos di Milano per seguire la loro passione per il vino, hanno scelto il Monferrato, noto a Emanuela sin dall’infanzia, di approfondire l’amore per il Ruchè, vitigno dalle storiche radici antiche, per poi individuare e riportare in vita una tenuta del XIX secolo. A conferma di tutto hanno scelto un falconide, simbolo della tenacia e del coraggio, come loro marchio
Emanuela Novello ci racconta, all’arrivo in cantina, perché questo angolo di terra sabauda ha un posto speciale nel suo cuore. “Conosco il Monferrato da quando ero piccola, dato che venivo qui con la mia famiglia e poi anche con Giovanni quando ci siamo conosciuti. È sempre stato un luogo di felicità e tranquillità per me, quindi, l’impegno mio e di Giovanni qui non è solo una scelta professionale, ma un vero e proprio legame affettivo che si rinnova. E poi c’è il Ruchè, un vitigno che mi ha sempre affascinato per la sua unicità e la complessità dei suoi aromi. Era inevitabile che diventasse il fulcro della nostra avventura vitivinicola“.
Al loro arrivo hanno restaurato l’edificio con una cura rispettosa del passato, hanno riportato in vita l’Infernot già esistente – la tradizionale, antica grotta-cantina monferrina dove i vini maturano lentamente – sino agli spazi interni della cantina, con il reparto della vinificazione, della conservazione dei vini alla corretta temperatura, completando il tutto con sistemi di controllo remoto all’avanguardia. Al piano superiore è stata allestita una sala degustazione, affacciata sui vigneti, dotata di un grande tavolo. Siamo rimasti colpiti da un originale cassetto sottostante, dedicato a ogni persona che vi prende posto, con un pratico versa calici incorporato. Lo riteniamo funzionale, pratico.
I vigneti di Prediomagno si estendono su terreni modellati da millenni di evoluzione geologica, dove nei suoli sono presenti l’argilla, le marne e le sabbie. A Grana Monferrato si trovano i vigneti più vecchi, impiantanti nel 2002 circa, mentre a Montepirano e Capretta si trovano i filari più giovani. A queste si aggiunge la Vigna del Castello di Prediomagno, di cui Emanuela ha sostenuto fortemente la rigenerazione, che sorge maestosa ai piedi dell’omonima antica roccaforte.
Da questi vigneti la cantina produce annualmente 100.000 bottiglie, con diverse interpretazioni del Ruché: dalla prima vinificata in acciaio, a Nisus ottenuta da vendemmia tardiva, che non trovate di seguito, a Vigna del Castello, primo Cru. Ad affiancare il Ruchè si trovano gli autoctoni come il Grignolino Splè, una versione di Barbera Vlù. Tra i vitigni internazionali troviamo lo Chardonnay Le Sime e il Pinot Nero Regalis.
Prediomagno, una realtà vinicola in Piemonte che non recita solo Ruché: la degustazione
Le Sime Piemonte Chardonnay Doc 2021
Dall’omonimo vitigno, con una interpretazione francese, è ottenuto da un vigneto a un’altitudine tra i 230-250 metri., su un terreno calcareo argilloso con esposizione sud-est. Le uve raccolte in cassetta, vengono sottoposte ad una selezione manuale, che consente di vinificare solo gli acini migliori. La pressatura è soffice, la fermentazione e l’affinamento d 20 mesi avvengono in tonneaux di rovere francese.
Vino dal colore giallo intenso, brillante, a cui seguono sentori di frutti di albicocca, pesca gialla, una sensazione tropicale, seguiti da un tocco floreale, una leggera nota di vaniglia, Al palato ha struttura, equilibrio tra freschezza, sapidità, una buona persistenza gustativa, con un retrogusto fruttato, anche tropicale, un tocco floreale.
Splé Grignolino d’Asti Doc 2021
Da solo Grignolino, un vigneto posto a un’altitudine di 240 metri su un terreno calcareo argilloso, esposto a Sud- Ovest. Le uve vendemmiate manualmente sono sottoposte a una selezione manuale. In cantina la pigiatura è soffice, la fermentazione e la maturazione avvengono in acciaio, poi dopo l’imbottigliamento affina in bottiglia in orizzontale. In tutti i passaggi vi è un controllo della temperatura.
Nel calice è rosso rubino, seguito da un naso con spiccate note di piccoli frutti di bosco, una leggera speziatura, inframmezzato da un tocco floreale. In bocca ha una fine trama tannica equilibrata da una buona acidità, eleganza, una buona lunghezza dal retrogusto fruttato, leggermente speziato.
Ruchè di Castagnole Monferrato Docg 2021
Da Ruchè, un vigneto sito nel comune di Grana, a un’altitudine tra i 250 – 270 metri, su un terreno calcareo argilloso, con esposizione sud-ovest. Le uve dalla raccolta manuale vengono sottoposte a una selezione che consente di avviare alla fermentazione gli acini migliori. La pigiatura è soffice, la fermentazione e la maturazione avvengono in acciaio, poi dopo l’imbottigliamento affina in bottiglia in orizzontale. In tutti i passaggi vi è un controllo della temperatura.
Nel calice è rosso rubino, con il naso ampio, con evidenti note di rosa, di frutta matura rossa, di spezie, poi è balsamico a chiudere. Al palato è elegante, avvolgente nei suoi tannini morbidi equilibrati da freschezza, una buona persistenza aromatica, un retrogusto tra il balsamico e il floreale.
Vigna del Castello Ruchè di Castagnole Monferrato Docg 2022
Da uva Ruchè, provenienti da un vigneto sito a Montemagno, a un’altitudine tra i 250 – 270 metri, su un terreno calcareo argilloso, esposto a sud-ovest. La raccolta manuale è limitata a filari selezionati posti nella parte centrale del vigneto. Le uve selezionate avviano alla fermentazione solo gli acini migliori. La pigiatura è soffice e la fermentazione avviene in vasche di acciaio a temperatura controllata. Dopo una permanenza in acciaio, viene messo in bottiglia posizionata in modo verticale per 3 mesi, con controllo della temperatura. poi in orizzontale in scatole.
Dopo un colore rubino intenso, al naso è ampio, con piccoli frutti rossi maturi, eleganti note floreali di rosa e geranio, seguiti da sentori di pepe nero, di noce moscata. Al palato ha struttura, tannini vellutati equilibrati da freschezza, in un insieme equilibrato, eleganza, persistenza dal retrogusto di piccoli frutti rossi e spezie.
Regalis Piemonte Pinot Nero Doc 2020
Da solo Pinot Nero ottenute dal Vigneto Clos, sito nel comune di Grana, a un’altitudine tra i 230-260 metri, su un terreno calcareo argilloso, con esposizione sud-est. Dopo una vendemmia manuale, una selezione manuale, per avviare alla fermentazione solo gli acini migliori, le uve vengono sottoposte a un’ulteriore selezione manuale, per avviare alla fermentazione solo gli acini migliori. Dopo la pigiatura soffice, segue la fermentazione in vasche di acciaio a temperatura controllata. Segue una maturazione di 18 mesi in tonneaux. Dopo l’imbottigliamento affina in bottiglia in orizzontale a temperatura controllata.
Nel calice ha un colore rosso rubino, seguito al naso da note fruttate che ricordano i frutti rossi come il lampone, la mora e la ciliegia, con sentori di zenzero, pepe rosa, insieme a note agrumate di arancia sanguinella. Al palato ha struttura, è morbido con tannini setosi, equilibrati da freschezza, con una buona godibilità, persistenza gustativa e un retrogusto fruttato, speziato. Ben fatto per essere alla prima vinificazione.
Photo @ Prediomagno