Ristoranti Good Mood CityLightsNews
Nella categoria ristoranti si raccontano le novità del settore, anche di delivery e di take away, e sono pubblicate le recensioni dei ristoranti visitati. Sono inoltre segnalati locali, con attenzione ai cocktail bar. Good Mood è attento anche alle iniziative del mondo ristorativo, che possono essere pranzi o cene per sostenere una causa. A volte possono essere panoramiche sui ristoranti che in occasione di una particolare data o festività propongono menu dedicati. Inoltre si rileva come i cocktail bar siano parte sempre più integrante della ristorazione con pairing tra bevande miscelate e cibi. Ristoranti Good Mood CityLightsNews ossia nel recensire un ristorante teniamo in considerazione più aspetti anche se quello cui attribuiamo maggiore importanza è il piatto, ossia la cucina. Ciò significa considerare le tecniche culinarie utilizzate per la preparazione, gli accostamenti delle materie prime, in numero degli ingredienti che costituiscono i piatti, l’equilibrio dei sapori e delle consistenze. La cucina può essere inoltre tradizionale, innovativa, creativa. Non diamo preferenze in base a queste impostazioni, ma controlliamo che ci sia sempre attenzione per le tecniche culinarie applicate, che le salse non siano appesantite da leganti quali farine, che vi sia equilibrio anche nell’impiego dei grassi. Il piatto è la sintesi del sapere del ristorante, ossia del cuoco e della brigata (se presente) che lavora con lui, o di chi lo aiuta. Ovviamente abbiamo più aspettative da un ristorante che vuole essere di fine dining rispetto a quelli a condizione familiare che propongono la tradizione regionale. Un altro aspetto evidenziato da molti ristoranti è l’approvvigionamento di prodotti a chilometro zero intendendo come tale l’utilizzo di prodotti locali. Pur considerando virtuosa una simile scelta, riteniamo che questa non debba essere vincolante. Ciò per dire che un ristorante dell’entroterra può avere vocazione ittica spaziando quindi oltre il proprio territorio. Semmai gioca un ruolo importante la stagionalità. Non sempre è auspicabile sostituire un prodotto agricolo nazionale, quando non è stagione, con uno importato da un paese lontano. Ciò per vari motivi. Innanzitutto se il prodotto è deperibile come un frutto o un ortaggio viene colto precocemente e quindi non ha la ricchezza nutrizionale di uno maturo. Inoltre per renderlo idoneo a trasporti che richiedono settimane di viaggio vengono trattati con additivi nocivi per la salute. Se ciò non bastasse mentre in Italia vi è una legislazione che limita l’impiego dei pesticidi, in paesi esteri spesso non esistono normative a riguardo e pertanto sono importati prodotti ad alto tasso di nocività. Lo stesso viaggio è fonte di inquinamento. Pertanto per alcuni prodotti vorremmo considerare chilometro zero l’intero territorio nazionale. Esistono eccezioni, che riguardano alcuni ingredienti importati, utilizzati nelle cucine etniche e ormai entrati nell’uso comune, anche se è preferibile, anche per questi ristoranti, l’approvvigionamento in Itala. In merito alla differenza tra trattoria e ristorante, a prescindere dalla ragione sociale, intendiamo ristorante la cucina in cui opera una brigata, mentre trattoria una conduzione familiare. Come anticipato anche in questo caso abbiamo aspettative diverse nel senso che se per la trattoria sono comprensibili errori “fisiologici” nel caso dei ristoranti no. Molti ristoranti sono dotati di forno elettrico o a legna per cuocere pizze e focacce. I ristoranti pizzerie sono una realtà consolidata perché permettono di soddisfare una clientela trasversale in quanto allo stesso tavolo vi è chi ordina un piatto dalla cucina e chi la pizza. In genere i ristoranti pizzeria rappresentano una categoria media e hanno per target rappresentato da famigliole e da giovani, ossia consumatori che non sono disposti a spendere più di tanto. Vi sono inoltre ottimi ristoranti regionali che propongono anche pizze come quello da noi recensito qui. Nelle grandi città la ristorazione etnica è ormai consolidata e si trova a diversi livelli da quello di poche pretese come i fusion we can you eat, ai raffinati e costosi ristoranti giapponesi.